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al testo di Francesca Cannavo
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Abbagliata da aranciato sole dirigo al mio giorno quest’insieme caotico di stupefacenti consorterie. Sopra la mia testa distratta, rapita da polvere d’acqua come trine di antichi ricami ulivi centenari traspaiono un brivido di cielo tiepido, Sotto gli occhi, increduli, le mie mani , scarnite annunciano traguardi passati e ponti ossuti valicati da residue speculazioni. Attorno i piedi, troppo cauti, intrecciati da sentieri pietrosi, attendono ancora corse leggere dentro scarpe indossate all’incontrario, pronti alla ripartenza.
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